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Immagine del redattoreGiulia Bruschetini

Gli inizi

Aggiornamento: 21 gen 2023

Quando siamo davanti ad un inizio a volte ce ne accorgiamo, a volte no. Nel nostro immaginario e per il nostro vissuto spesso gli inizi hanno il sapore della consapevolezza, di una scelta precisa, riflettuta. L'inizio della scuola, l'inizio di un lavoro, l'inizio di una relazione. Ma è sempre così? A volte, nella stanza della terapia come nella vita, capita di incontrare persone che non sanno come sono arrivate fino a quel punto. Per alcuni è emozionante, stimolante, per altri spaventoso, ansiogeno. Gli inizi, come le scelte, parlano di noi, ci raccontano la nostra storia. La storia siamo noi.

George Kelly scriveva così: "Si parla un bel po’ dell’essere se stessi. Si suppone che essere se stessi sia salutare. Anche se è un po’ difficile per me capire come uno potrebbe essere qualcos’altro, suppongo che con ciò si intenda dire che non ci si dovrebbe accanire a diventare altro da ciò che si è. Ma non è tanto ciò che l’uomo è che conta quanto ciò che si arrischia a fare di se stesso. Per fare il balzo deve fare qualcosa di più dello svelarsi; deve rischiare una certa quota di confusione. Quindi, non appena comincia ad intravedere la possibilità di un differente tipo di vita, deve trovare un modo per superare il momento paralizzante della minaccia, perché quello è l’istante in cui si chiede chi realmente è: se è ciò che è appena stato o è ciò che sta per essere."




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